DESCRIZIONE LAVORI: Impianto di siepi perimetrali arboreo-arbustive autoctone in IMPIANTI FOTOVOLTAICI a TERRA in provincia di Torino e Alessandria
PERIODO ESECUZIONE LAVORI: autunno 2010 - inverno 2011
LOCALITA': diversi comuni in provincia di Alesandria e Torino - AL e TO

 

 



La forte diffusione negli anni 2010 e 2011 di impianti fotovoltaici su terreni agricoli in diverse provincie piemontesi ha suscitato diverse problematiche legate all'inserimento paesaggistico delle aree coperte dai pannelli solari.



Le prescrizioni sono state diversificate ma in generale prevedevano una fascia perimetrrale di diversa larghezza piantumata con essenze arboree ed arbustive sia autoctone che sempreverdi.



Le specie autoctone utilizzate (tra cui Acer campestre, Carpinus betulus, Euonimus europeus, Cornus sanguinea, , Frangula alnus, Ligustrum vulgare, Viburnum opulus, Salix purpurea, Salix purpurea nana) sono state messe a dimora con l'impiego di pacciamatura (nella foto biofeltro in juta biodegradabile).



La pacciamatura biodegradabile o plastica (qui a fianco in telo antialga nero) hanno consentito di aumentare la percentuale di attecchimento, limitare la competizione delle specie infestanti avventizie e contenere i costi di manutenzione della fascia impiantata. 



La logistica dei cantieri è stata fortemente complicata dalle recinzioni (e dai sistemi di sicurezza e antifurto) che hanno ridotto l'accessibilità delle fasce perimetrali, rendendo necessario in qualche caso lo scavalcamento delle stesse con i materiali di impianto.



L'irrigazione di soccorso è stata effettuata solo dove inevitabile per impedire una elevata mortalità delle piante messe a dimora.



L'impiego del Carpinus betulus, come alternativa ad altre essenze alloctone sempreverdi prescritte, ha permesso un veloce mascheramento degli impianti durante la stagione vegetativa, combinata con una protezione visiva invernale data dalla permanenza delle foglie secche sulla pianta.



L'inerbimento, con un idoneo miscuglio (di taglia contenuta, rustico e longevo, resistente al calpestamento, persistente anche al parziale ombreggiamento), delle aree periferiche ed interpannelli ha consentito di limitare il numero di sfalci, di ridurre le emissioni di polveri dannose per i pannelli e di garantire l'accessibilità dei mezzi all'interno dell'area.



Lo sviluppo delle piante, grazie all'impiego della piacciamatura a fasce, è stato piuttosto rapido nonostante l'assenza di irrigazione e gli interventi manutentivi minimali. Nella foto i frutti di una pianta di corniolo ().



La manutenzione si è limitata allo sfalcio delle superfici esterne mediante trinciatura, con un paio di passaggi all'anno, e la potatura invernale delle siepi.



L'impiego delle essenze autoctone a foglia caduca (come il Salix purpurea della foto) garantiscono un discreto mascheramento visivo anche durante il periodo invernale, nonostante la caduta delle foglie, grazie alla loro vegetazine fitta e molto ramificata.

 

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